DOGON: IL POPOLO DELLE STELLE
Di questo piccolo popolo dell’Africa per la prima volta se ne parla nel libro di Robert Temple -Il mistero di Sirio.
I dogon sono uno dei popoli piu studiati al mondo e il loro fascino non è mai diminuito.
Un popolo antico le cui tradizioni non sono state intaccate dal arrivo delle religioni monoteiste.
Le prime notizie raccolte risalgono al 1932 quando un antropologo francese, Marcel Griaule scopre l’esistenza i questo popolo nascosto e pubblica un libro contenente conversazioni con un vecchio sacerdote, Ogotemmeli.
I dogon sapevano già tanto tempo fa che la terra compie un giro completo attorno al sole in dodici mesi, che Giove ha quattro satelliti, e che Saturno è circondato da anelli e le galassie si sviluppano a spirale.E’ loro convinzione affermare che c’è vita intelligente nelle galassie.
I dogon ogni 50 festeggiano il “Sighi”, una cerimonia a cui rituali sono gestiti da una società segreta e legata al culto della stella Sirio.

“La società delle maschere è una società maschile, solo uomini ne possono fare parte ed è una società segreta, per entrare bisogna seguire un percorso rituale di iniziazione.
In origine le maschere erano nelle mani delle donne. Si racconta che un giorno le donne andarono nella savana e trovarono queste maschere. Le donne le presero e le portarono nei villaggi. Erano oggetti di grande potere e le donne diventarono cosi forti e temute che nessuno osava sfidarle. Ma un giorno, quando erano tornate nella selva per raccogliere datteri, gli uomini rubarono le maschere e le nascosero, da allora alle donne non fu permesso di toccarle.
Così è nata la società delle maschere.”
Ogotemmeli con un bastone tracia alcuni segni sulla sabbia fino ad ottenere una strana diagramma. Marcel riconosce tra di loro, quello di Sirio. Ogotemmeli spiega a Marcel che Sirio non è una stella isolata, per i dogon essa ha una gemella, una seconda stella invisibile ad occhio nudo, che percorre un orbita ellittica introno ad essa, un orbita di esattamente 60 anni.
“Sighi” sarebbe la festa del completamento di questa seconda stella nascosta.
Le maschere piu’ complesse arrivano a misurare un’altezza anche di 6-7 metri. I danzatori le sorreggono con uno sforzo incredibile delle mascelle, al loro interno è montata una sorta di morsa di legno, stringendola tra i denti la maschera viene tenuta in posizione verticale. Queste maschere rappresentano le case dei sacerdoti e l’altezza simbolizza il legame con il cielo.
“Noi sappiamo di essere arrivati qui nel sesto secolo e precisamente nel 587, che corrisponde al undicesimo Sighi. Sappiamo anche che noi prima di essere dogon eravamo in Egitto e precisamente a Assuan.
La leggenda narra che i Nommo, gli otto antenati dei Dogon, arrivarono sulla Terra dalle stelle e vi portarono un paniere contenente l’argilla necessaria alla costruzione dei granai dei villaggi. All’interno di questi granai, che nella cosmogonia dei Dogon rappresentano l’universo, vi sono delle scale, che, oltre a simboleggiare le coppie di maschi e femmine che generarono i Dogon, costituiscono anche la trasposizione a terra di costellazioni e stelle: a nord le Pleiadi, a sud Orione, ad est Venere e ad ovest una stella cometa.
La scienza scopre la Sirio B solo nel 1862, quasi 500 anni dopo i dogon, quando l’astronomo Alvan Clark riesce a dimostrare che Sirio non è una stella singola maun sistema composto da due stelle: quella che conosciamo e una seconda nascosta, una nana bianca, una stella di straordinaria densità, “Po tolo”
Com’è possibile che i dogon hanno queste informazioni?
Quello che sappiamo è che già le antiche civiltà mediterranee degli Egizi e dei Sumeri custodivano straordinarie conoscenze astronomiche forse trasmesse da mondi lontani.
A tal proposito i Sumeri parlavano di esseri anfibi (come Oannes) che istruirono il popolo e lo stesso fanno i Dogon chiamando questi “Nommo”.
Una risposta
[…] ya sono due stelle che ruotano attorno al nucleo centrale che è Sirio A. Ne erano a conoscenza i Dogon molti anni prima che i telescopi dimostrassero che è effettivamente è così. I loro anziani […]